venerdì 28 maggio 2010

Fuori di me

Conoscere è per me pazienza
radicale obbedienza.
Questo mi è stato dato
e, in parte, ho costruito.

Ohhh! se fosse possibile librarsi
e nel volo del corpo intuire
la salvezza sperata.

Invece annuso la notte
ovunque
incurante del vento
avido di piacere.
E nel silenzio perlustro
come una bestia estrema caccio.
E cerco nel freddo,
come se tutto fosse
concluso
nel giro delle ossa e della carne.

Accetto sovrapposizioni
in dissolvenze.
Nell'incertezza annaspo
e mi dispero
e altro non so
se non snodare
o puro racontarne la necessità
e dibattermi intorno per scambiare
la conoscenza con la propria coda.

...Ancora niente è perduto...

Leggo la perfezione nella neve.

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